Ci siamo presi un pò di tempo per rifletterci, perchè dopo le vacanze abbiamo sempre bisogno di altre vacanze.
Ecco la nostra top 10 dei propositi lavorativi vicino ai quali quest’anno terremmo molto a disegnare un check ✅
Proposito comunitario: “Da flaggare“.
Come ottimo proposito per il 2025 c’è il tempo dedicato a sè e alle proprie emozioni. Imparare a riconoscere i segnali del burnout, prima che ci colpisca come un camion in corsa, potrebbe essere un buon modo per impiegare il nostro agognato quality time. Parlare con il proprio manager e il proprio team (magari prima che diventi troppo tardi) per capire cosa sta scatenando il disastro potrebbe essere la soluzione giusta per evitarlo.
Ogni progetto ha bisogno di una base stabile, e anche se non ti serve un’architettura da palazzo, meglio non improvvisare. Ricordati: le griglie sono amiche, non nemiche.
Giusto perchè parlando di equilibri, il minimo dai.
Ci siamo chiesti cosa oggi ha un potere fortissimo, e tutti in coro ci siamo risposti, senza ombra di dubbio, le parole. Cosa diciamo e come lo diciamo può avere un impatto incredibile sulle persone attorno a noi, sulle comunità e sulla società, soprattutto se chi ci ascolta è un pubblico numeroso. Super warning quindi rispetto a chi potremmo involontariamente escludere e a come il nostro tono potrebbe essere interpretato. Gentle reminder ad essere più accessibili e inclusivi per superare quei bias che neanche sapevamo di avere (perché sì, li abbiamo tutti, e spesso sono più nascosti di quanto pensiamo).
Diciamo insieme: “Basta con dacci oggi il nostro post-quotidiano“. Quest’anno, meno post a caso, più impatto significativo. Non è necessario pubblicare ogni 5 minuti, educhiamo l’algoritmo e chi se ne ciba. Concentramoci su contenuti che facciano davvero la differenza.
Altrimenti lo diciamo a Jinx.
Sì, hai il tuo team, ma quest’anno apriti a nuove collaborazioni. Sapevi che c’è un progetto molto carino che si chiama creative lunch club dove puoi trovare altri creativi e organizzare pranzi insieme nella tua città? Perciò, prendi il coraggio a due mani e lunchati.
Tutti parlano di trovare un equilibrio più sano tra lavoro e vita privata, fissando dei confini per le ore lavorative e riservando tempo per se stessi. Perchè riuscirci significa migliorare significativamente il proprio benessere, la produttività e la soddisfazione professionale.
Tutto bello, ma come farlo? La neuroscienziata e scrittrice Anne-Laure Le Cunff ha ideato una strategia interessante chiamata appunto Timeshielding .
Per la ricercatrice del King’s College di Londra si tratta di seguire 3 principi fondamentali:
1. Prendersi del tempo per le cose che contano, e non il contrario.
2. Imparare a dire “no” o “facciamolo tra qualche settimana”.
3. Gestire la propria energia, non il proprio tempo.
Il Timeshielding è in contrapposizione al timeboxing che la Dott.ssa Le Cunff definisce autocoercitivo. Invece di bloccare del tempo per i task lavorativi o comunque per attività che dobbiamo fare per forza, lei suggerisce di proteggere blocchi di tempo nel proprio calendario per fare qualcosa che davvero ci interessa (leggere, creare, scrivere ecc.) senza per forza avere una lista di task.
Interessante vero? Approfondite perchè ne vale la pena!
Dillo. Esponiti.
Non ho abbastanza informazioni. Posso ripeterti ciò che ho capito? Da quello che intendo bisogna fare questa attività in questo modo? La deadline quindi è per giovedì giusto?
Meglio chiarire tutto prima di un progetto che navigare nel buio e improvvisare.
Chi domanda prima non piange poi.
Fare tante domande non indica impreparazione, il contrario. Indica professionalità, serietà e sicurezza.
Le assunzioni per ruoli legati all’AI sono aumentate del 323% negli ultimi otto anni e non si fermano alle posizioni tecniche: anche i profili non tecnici con competenze nell’AI sono molto richiesti. Tuttavia, c’è una carenza di professionisti qualificati, tanto che il 55% dei leader aziendali teme di non riuscire a coprire le posizioni di AI nel prossimo futuro.
Questo gap rappresenta un’opportunità per i lavoratori: secondo il 66% dei dirigenti, senza competenze in AI non si è assunti, e il 71% preferisce candidati con conoscenze di AI, anche se meno esperti, rispetto a quelli più esperti ma privi di queste competenze.
Questi dati dicono cose, magari ci interessano.
Analizziamoli con lucidità.
Scegli con attenzione le tendenze che funzionano. Usare un trend a tutti i costi non significa fare la mossa giusta strategicamente. La coerenza del brand è il goal che conviene sempre avere presente, che sia un cliente o personal branding. Soprattutto in questo momento, in cui la personalizzazione è l’unica arma di distinzione di massa.
Ripeti con noi: “Spiccare non imitare“.
Butta nel progetto qualcosa di inaspettato o buttati in progetti che non sono nella tua zona di confort: un’illustrazione che non hai mai realizzato, una foto con un effetto che hai appena imparato, un tipo di montaggio che non avresti mai pensato di usare.
Parole chiave: “Mutatis mutandis“. Che non significa ciò che pensate, ma, già che vi trovate, cambiate anche quelle.
Per concludere, la fortuna è dei curiosi. come dice Giulo Xheat , in uno dei suoi fantastici post, citando l’esperimento dello psicologo Richard Wiseman , che dimostra come essere aperti e ricettivi, guardare con occhi attenti la realtà che ci circonda, ci prepara ad accogliere molte occasioni che altrimenti passerebbero inosservate.
Quindi, auguriamoci questo, cara gente creativa: “Siamo curiosi, sempre. Passiamo meno tempo con la testa all’insù a guardare preoccupati la nuvoletta nera che siamo convinti ci segua e iniziamo a guardare davanti a noi, persino verso il basso. Nessuno lo dice mai, ma, sembra che le buone idee siano come i funghi. Le più buone nascono per terra”.
E la perversione non è nei prompt ma nell’AI che li realizza.
E in chi guarda. ✅